La rivoluzione dei graffiti: street art in Egitto

Oggi vi parleremo della rivoluzione egiziana del 2011 e di come la street art è diventata uno strumento di protesta e di espressione dei sentimenti, delle aspirazioni e del pensiero del popolo egiziano.

La rivoluzione di Piazza Tahrir

A partire dal 2011 abbiamo assistito al fenomeno della "primavera araba", un'ondata di proteste e manifestazioni che coinvolsero gran parte dei paesi mediorientali.
La rivoluzione egiziana che ebbe luogo a piazza Tahrir nel cuore del Cairo il 25 Gennaio 2011, un giorno che viene ricordato come "Giornata della Collera", ha visto scendere in piazza Tahrir, la più grande piazza nel centro del Cairo, migliaia di giovani egiziani per protestare contro il regime repressivo di Hosni Mubarak.
Per circa trent'anni l'Egitto ha vissuto sotto il dominio del regime autoritario di Mubarak, che ha gestito ogni campo della vita sociale e politica del paese, in cui il rispetto dei diritti umani rappresentava una lontana realtà e dove la corruzione si era impossessata di ogni settore. Il 25 Gennaio però accadde l'inimmaginabile; piazza Tahrir si riempì di migliaia di Egiziani: musulmani, copti, cristiani, donne, bambini e persone provenienti da ogni rango sociale, unite da un unico obiettivo, il rovesciamento del regime.
Le proteste di piazza Tahrir avevano distrutto tutti quei preconcetti che generavano paura e ostilità e avevano creato una generazione più forte e temeraria. Il governo spaventato non tardò a reprimere queste manifestazioni con la forza, causando migliaia di vittime. I giovani hanno avuto un ruolo di primo piano nel corso della rivoluzione ma allo stesso tempo ne furono le prime vittime. La rivoluzione ha visto la nascita di un nuovo spirito e di una nuova cultura, che attraverso il web, la musica e l'arte ha avuto modo di svilupparsi e diffondersi in tutto il mondo. Stava nascendo l'utopia di piazza Tahrir, simbolo di una nazione libera in cui il popolo vive con rispetto e solidarietà nei confronti del diverso. Questa rivoluzione può essere considerata una rivoluzione moderna e creativa, poiché ha visto l'alternarsi di diverse forme di protesta e di espressione del messaggio rivoluzionario. In particolare si è assistito ad uno sviluppo della street art e dei graffiti, attraverso i quali numerosi artisti sono riusciti a rappresentare i sentimenti del popolo, il dolore per le vittime e le speranze degli egiziani verso un paese migliore.


Il fenomeno dei graffiti rappresenta un vero e proprio documento di quanto accaduto nel corso della rivoluzione e allo stesso tempo offre un tributo a tutti i martiri. La street art ha raggiunto in Egitto una popolarità inimmaginabile ed ha dato la spinta per lo sviluppo di una nuova forma espressiva, che affronta problemi politici sociali e culturali e cerca di proporre soluzioni attraverso le immagini, sfruttando la satira e l'ironia. Il governo egiziano però ha continuato a censurare questa forma d'arte, ridipingendo più volte le mura della città, ma nonostante i limiti e le leggi repressive, gli artisti hanno continuato a crearne di nuovi. Le immagini dei graffiti sono comunque state fotografate e diffuse a livello mondiale, attraverso l'intervento dei media internazionali e dei blogger. I nomi di numerosi artisti come Ganzeer, Picasso, Nemo, Sad Panda e molti altri sono apparsi ininterrottamente nel web attraverso gli hashtag e i vari social network.

Graffiti Politici





Queste sono alcune delle opere più famose realizzate dall'artista soprannominato Picasso. L’artista rappresenta il volto di Mubarak e quello del suo successore Tantawi fondendoli in un unico volto. Dopo la caduta di Mubarak infatti fu il maresciallo Tantawi a prendere il controllo del paese. Molti manifestanti avevano accettato il nuovo governo altri invece erano rimasti diffidenti. Sotto il nuovo governo però la situazione non era cambiato molto e numerosi attivisti continuavano ad essere arrestati e torturati segretamente mentre altri sparivano senza lasciare traccia. Sotto il volto troviamo la scritta “Elly Kallif ma matsh” che significa “chi comanda non è morto”, un chiaro messaggio di protesta contro il regime.

La seconda immagine rappresenta invece un’altra versione dell’opera di Picasso. Sulla destra troviamo la figura di un giovane ragazzo con dei colori e un pennello in mano, che sembra difendersi dall'attacco di un poliziotto che sta per colpirlo con un bastone. Al centro dell’immagine viene rappresentata una schiera dell’esercito di Mubarak che porta l’acronimo ACAB (all cops are bastards) e poggia su un pavimento pieno di sangue. Questo murales sintetizza perfettamente la situazione politica dell’Egitto negli ultimi anni e in particolare il ruolo che l’arte ha assunto all'interno della società: l’arte è un arma, silenziosa e pacifica, che è riuscita a minare le fondamenta del regime senza attaccarlo direttamente, svegliando e sensibilizzando la coscienza degli individui.


Muro dei martiri

La figura dello shahid, che significa martire, spesso è stata associata dai media occidentali alla figura del kamikaze e del terrorista che si sacrifica in nome della propria religione. Questa volta però lo shahid assume un’accezione diversa, egli infatti rappresenta la vittima della rivoluzione e della lotta per la giustizia. I martiri che vengono spesso rappresentati con delle ali d’angelo sono una figura ricorrente nella street art egiziana. Glorificando i martiri della rivoluzione i vari artisti vogliono aiutare a mantenere vivo lo spirito di sacrificio in nome della giustizia. Ogni martire viene associato ad una fase o ad un particolare avvenimento della rivoluzione; tra tutti ve ne è sempre qualcuno che spicca, non perché si vogliano oscurare gli altri di cui spesso non si sa molto, ma per simbolizzare in un' unica immagine la morte e il sacrificio di tutti gli egiziani. Questo simbolismo è iniziato con la figura di Khaled Said, che insieme allo slogan "Siamo tutti Khaled Said" è diventato il simbolo della lotta egiziana.





Graffiti Sociali


Numerosi sono anche i graffiti che trattano tematiche sociali. Nemo per esempio è un artista che tratta principalmente tematiche a sfondo sociale. Attraverso la sua arte discute problemi come la povertà, l'analfabetismo, l'elevato costo dei principali alimenti e le violenze sessuali, cercando di riaffermare i valori della società.



In quest'opera, l'artista mette in evidenza il problema della povertà, rappresentando l'immagine di un bambino che dorme sulla strada. L'effetto che suscita l'immagine e di grande impatto, e la figura del bambino è accompagnata da una frase che recita:
"Tu, ricca terra con montagne di denaro, chiedimi dei ponti sotto cui i bambini stanno dormendo"



Questa è un opera dell'artista Ganzeer, il quale rappresenta il volto di un giovane bambino con delle ali d’angelo, che piange e tiene tra le mani un panino. Attraverso quest’opera l’artista mette sempre in risalto il tema della povertà che colpisce profondamente l' Egitto, rappresentando la realtà dei bambini di strada, che non hanno una casa e di cui non si conoscono i nomi ma che, come tutti gli egiziani, sono stati anche loro vittime della rivoluzione.


BROKEN ART



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